a cura di Marcella Vulcano
Il ddl contenente le modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione è stato finalmente approvato dal Senato con 129 voti a favore, 56 contrari e 30 astenuti. La lunga gestazione rischiava di vanificare l’enorme lavoro della commissione parlamentare antimafia che negli ultimi tre anni ha condotto un approfondito e particolareggiato esame per dare maggiore efficacia e trasparenza a tutto il sistema di sequestri, confische e gestione dei beni sottratti alla criminalità organizzata, nonché per rilanciare il ruolo strategico dell’Agenzia nazionale.
Il provvedimento torna ora in terza lettura alla Camera perché esamini le modifiche apportate e si auspica una approvazione definitiva entro la sessione di Bilancio.
C’è il rischio, infatti, che Montecitorio possa cambiare ancora il testo, a causa della limitazione, introdotta proprio da Palazzo Madama, che prevede l’estensione delle misure di prevenzione personale e patrimoniale agli indiziati di reati contro la pubblica amministrazione, come la corruzione, solo nel caso in cui si ravvisi anche l’ipotesi di associazione a delinquere (art. 416 c.p.), norma su cui sono giunti rilievi da più parti, tra cui il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. In caso di modifiche da parte di Montecitorio ci sarà la necessità di un nuovo passaggio e ciò potrebbe comportare la mancata approvazione del ddl prima della fine della legislatura.
Con la riforma, l’ Agenzia per i beni sequestrati e confiscati esce rafforzata, con un direttore (non più per forza un prefetto) che si occuperà dell’amministrazione dei beni dopo la confisca di secondo grado. L’ANBSC avrà una dotazione di 200 unità, una sede principale a Roma e sedi secondarie a Reggio Calabria, Palermo, Catania, Napoli, Bologna e Milano. Rimarrà sotto la vigilanza del Ministro dell’Interno. Norme stringenti sono previste per gli amministratori giudiziari, che non potranno avere più di 3 incarichi e non potranno essere parenti fino al quarto grado, ma neppure conviventi o “commensali abituali” del magistrato che conferisce l’incarico. Cambia la disciplina in tema di amministrazione, gestione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati e quella relativa alla tutela dei terzi e ai rapporti con le procedure concorsuali.
La novità più importante della riforma approvata in Senato è rappresentata dalla estensione delle misure cautelari a coloro che finiscono nel mirino della giustizia per corruzione, concussione, terrorismo e stalking. Anche costoro, infatti, rischieranno di vedersi sequestrare i propri beni patrimoniali.