Si è svolto ieri al centro commerciale Jambo1 di Trentola Ducenta il convegno dal titolo “I beni restituiti alla collettività: ruolo del Terzo Settore e sinergia tra i soggetti coinvolti nella gestione e destinazione dei beni confiscati alle mafie”.

E’ stato un incontro di approfondimento che ha visto confrontarsi il magistrato Nicola Graziano, il Gip Federica Colucci che ha disposto il sequestro del centro commerciale Jambo1, l’amministratore giudiziario Salvatore Scarpa che gestisce il centro, l’agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati, rappresentata da Gianpaolo Capasso, il Vice Presidente di Advisora Marcella Vulcano e il Presidente di Resistenza Anticamorra Ciro Corona.

Erano presenti gli studenti dell’Istituto alberghiero Isabella d’Este Caracciolo del Rione Sanità, destinatari del progetto Vivere la legalità, docenti, professionisti.

Dall’incontro è emersa chiara la necessità della rete come strumento ineludibile per la efficace destinazione dei beni confiscati. Attraverso la collaborazione, il confronto, lo scambio di prassi e informazioni tra tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella gestione e destinazione dei beni confiscati, infatti, è possibile semplificare la procedura, superando gli ostacoli burocratici e dando assoluta priorità all’azione che consenta una effettiva restituzione dei beni confiscati alla collettività.

Durante l’incontro è stato presentato il progetto Vivere la Legalità, patrocinato dalla CCIAA di Napoli e dal Comune di Napoli, pone al centro del progetto i beni confiscati, i diritti, la crescita, lo sviluppo, il lavoro, l’istruzione. Sono tutte parole dense di significato, sono gli hashtag del logo del progetto, che si propone di insegnare ai giovani il valore sociale dei beni confiscati, i modi di riutilizzo virtuoso degli stessi attraverso la creazione di economia sociale.  Il corretto riutilizzo dei beni confiscati, infatti, può avere importanti ricadute sul territorio sia in termini sociali che di inserimento lavorativo e di sviluppo economico.

E non a caso al primo posto tra degli  hashtag del logo Vivere la legalità c’è “beni restituiti” e non beni confiscati. L’idea è quella di attuare una rivoluzione culturale, iniziando a pensare al passo successivo alla confisca e cioè la restituzione alla collettività. Vivere la legalità sposta l’accento da ciò che viene sottratto a una o più persone e che è stato acquisito e accumulato in modo illecito, a ciò che viene restituito a molti e che può e deve essere messo a frutto a favore della comunità tutta. Il riutilizzo per fini sociali è un grande esempio di civiltà, l’unico modo per restituire alla collettività ciò che le mafie ogni giorno sottraggono, per attestare la grande rivalsa dello Stato, della società, della legalità sulla criminalità.

Gli studenti destinatari del progetto seguiranno percorsi di formazione interdisciplinare e di educazione alla legalità, cittadinanza attiva, cittadinanza economica, imprenditorialità, con particolare attenzione al corretto riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata ed alle normative e procedure di un sistema produttivo e di impresa che opera nel rispetto della legalità, trasparenza e anticorruzione.

I ragazzi cureranno la realizzazione di un Limoneto, dalla piantumazione al raccolto, alla produzione di un limoncello biologico (Li Monello), che sarà inserito nella Cassa del Mezzogiorno, un cassa di legno che contiene prodotti solidali realizzati da realtà meridionali che lottano per un riscatto del Sud, ideata e promossa dalla Officina delle Culture Gelsomina Verde operante a Scampia.

Il 21 marzo, nella XXIV giornata della memoria e dell’impegno per le vittime innocenti di mafia, 150 alberi di limone saranno messi a dimora sul fondo agricolo confiscato di Chiaiano intitolato ad Amato Lamberti per la realizzazione del Limoneto.

A piantare gli alberi saranno gli studenti dell’Istituto alberghiero Isabella d’Este Caracciolo, i giovani del Rotary Club Interact, dell’Istituto Aliotta di Chiaiano, del Liceo Sannazaro, affiancati da agronomi, agricoltori, detenuti in affidamento al  lavoro, migranti, rappresentanti delle istituzioni, magistrati, forze dell’ordine, professionisti, sostenitori del progetto, cittadinanza attiva.

Advisora – Vivere la Legalità : Beni restituiti alla collettività.
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