a cura di Marcella Vulcano

L’evoluzione delle mafie

L’inchiesta pubblicata l’8 luglio 2019 da La Stampa “Le mafie diversificano al Nord. Scoperte 2243 imprese colluse” di Matteo Indice e Giuseppe Salvaggiulo, rende bene l’idea, cifre alla mano, dell’evoluzione del fenomeno mafioso, della sua espansione territoriale in zone cosiddette “non tradizionali”, dell’infiltrazione della criminalità nell’economia legale e nel tessuto imprenditoriale del Paese.

Si tratta della cosiddetta zona grigia, un’area indefinita tra lecito ed illecito, in cui prendono forma relazioni di collusione e corruzione, dove tutto è solo formalmente e all’apparenza legale. Si tratta di quegli imprenditori che, nel momento stesso in cui si mettono al servizio della criminalità organizzata, cessano di essere imprenditori. Da quel momento, infatti, non svolgeranno più la funzione sociale di creare ricchezza e valore utili alla collettività, il loro agire imprenditoriale non sarà più orientato in modo autonomo, in base al calcolo del capitale, ma si muoverà all’interno di un sistema economico politicamente condizionato[1].

L’intervento economico della criminalità organizzata non risponde soltanto all’esigenza di investire le enormi quantità di denaro che altrimenti rimarrebbero inerti, ma ha anche il fondamentale scopo di acquisire consenso. Creare ricchezza significa anche poter offrire posti di lavoro. Il consenso di cui gode la mafia ha un valore utilitaristico paragonabile a quello che riscuote un imprenditore che dà lavoro e fa girare la ricchezza. In questa prospettiva risuonano attuali le parole di Giovanni Falcone: “la mafia si fa Stato dove lo Stato è tragicamente assente”.

La mafia si è trasformata, si è evoluta, riuscendo a realizzare sofisticate forme di co-partecipazione con il sistema dell’imprenditoria legale, che avvengono attraverso l’adesione, la convenienza, l’opportunità.  Come ha efficacemente osservato Isaia Sales, le mafie non sono un residuo di società tradizionali destinate a scomparire con l’inevitabile modernizzazione delle società dove si erano all’inizio radicate; le mafie hanno condizionato e condizionano la vita della nazione. Se è vero che il metodo mafioso è innanzitutto uno strumento di capitalizzazione della violenza, un modo di procacciarsi risorse economiche con la sopraffazione, è pur vero che la mafia è capace di cogliere opportunità dalle più sofisticate forme di modernizzazione; di convivere con metodi arcaici ed al tempo stesso con società altamente sviluppate, civili, democratiche.

[1] Cfr. Stefania Pellegrini, L’impresa grigia. Le infiltrazioni mafiose nell’economia legale. Un’indagine sociologico-giuridica, Ediesse 2018.


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Il ruolo delle interdittive antimafia e delle misure ex art. 32 d.l. 90/2014 nel sistema di prevenzione dell’infiltrazione criminale nell’economia legale
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