A cura di Armando Tadini, Ufficiale della Guardia di Finanza
Nel presente contributo l’Autore analizza il ruolo svolto dall’Amministratore Giudiziario nella gestione, custodia, salvaguardia e conservazione dei beni sequestrati al fine di incrementarne, se possibile, la relativa redditività.
L’Amministratore Giudiziario, che riveste la qualifica di pubblico ufficiale, ha per legge il compito di provvedere con diligenza e sotto la direzione del Giudice Delegato alla gestione, alla custodia, alla salvaguardia ed alla conservazione dei beni sequestrati al fine di incrementarne, se possibile, la relativa redditività: tale compito prosegue anche nel corso degli eventuali giudizi di impugnazione.
Le disposizioni attuali in materia di gestione ed amministrazione dei beni sequestrati, contenute nel Decreto Legislativo 6 settembre 2011 (“Codice Antimafia”), distinguono tra aziende (articolo 41) e beni diversi dalle aziende (articolo 40): non vi è dubbio che è nella prima delle due fattispecie che l’Amministratore Giudiziario è chiamato ad affrontare ed a risolvere, vedremo grazie anche alla collaborazione di diversi attori anche istituzionali, molti problemi caratterizzati da aspetti anche di rilevante complessità che vanno ben oltre quelli conseguenti alla normale attività imprenditoriale.
I due articoli del Codice Antimafia individuano specifiche direttive, principi e criteri di carattere generale ai quali sia il Giudice Delegato che l’Amministratore Giudiziario devono adeguarsi: essi, tuttavia, rappresentano comunque norme generali che con gli opportuni adattamenti di buon senso potranno e dovranno essere adattate e parametrate alla specifica situazione che si è chiamati ad affrontare.