A cura di Rossella Ceccarini
In data 19 aprile 2023 la Commissione di Bruxelles ha annunciato l’avvio di un pre-contenzioso (art. 258 del TFUE) contro l’Italia insieme a Portogallo e Lettonia per scorretto recepimento della V Direttiva 2018/843. Entro 60 giorni il nostro Governo dovrà fornire risposte esaustive, in caso contrario sarà avviata la procedura d’infrazione. A parere della Commissione, che ha notificato una «lettera di costituzione in mora», un aspetto della trasposizione della direttiva collide con i principi unionali in materia di servizi finanziari e del mercato interno dei capitali.
La Commissione UE ha poi avviato una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia e di altri nove Paesi per non aver pienamente recepito la direttiva comunitaria sui lavoratori stagionali, volta ad assicurare condizioni di vita e di lavoro dignitose, pari diritti e una tutela sufficiente dallo sfruttamento. Bruxelles ha evidenziato che “la normativa italiana non previene né sanziona in misura sufficiente l’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato per diverse categorie di lavoratori del settore pubblico”.
Bruxelles ha avviato una procedura d’infrazione anche per non aver applicato correttamente le norme della direttiva UE destinata a eliminare ritardi eccessivi nei pagamenti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione.
Procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia insieme a Lettonia e Portogallo anche per il mancato corretto recepimento della direttiva dell’Unione in materia di antiriciclaggio in quanto i tre Paesi «avevano notificato il pieno recepimento delle norme comunitarie, ma la Commissione europea ha individuato diversi casi di mancata conformità su aspetti ritenuti fondamentali – come, nel caso dell’Italia, la licenza o regolamentazione dei prestatori di servizi –, decidendo pertanto di inviare alle autorità nazionali una lettera di messa in mora».
Da ultimo, sempre l’Italia, insieme a Danimarca ed Estonia, è inoltre invitata a recepire integralmente la direttiva UE che garantisce alle persone con disabilità il pieno accesso ai “prodotti e servizi chiave come telefoni, computer, e-book, servizi bancari e comunicazioni elettroniche”. I tre Paesi “non hanno recepito integralmente l’Atto europeo sull’accessibilità nel loro diritto nazionale entro la scadenza del 28 giugno 2022”.