A cura di Rossella Ceccarini
Il 30 gennaio 2024 è stato presentato a Roma, presso lo Spazio Europa della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, l’annuale Rapporto sull’Indice di percezione della corruzione (CPI), curato da Transparency International Italia.
Sono circa 180 i Paesi monitorati nel Rapporto di Transparency. L’Indice di percezione della corruzione elaborato annualmente da Transparency International classifica i Paesi in base al livello di corruzione percepita nel settore pubblico, attraverso l’impiego di 13 strumenti di analisi e di sondaggi rivolti ad un pubblico di esperti. Il punteggio finale è determinato in base a una scala che va da 0 (alto livello di corruzione percepita) a 100 (basso livello di corruzione percepita). Nel complesso l’Indice di percezione della corruzione per l’anno 2023 rivela che, in più di un decennio, la maggior parte dei Paesi ha fatto pochi progressi nell’affrontare la corruzione del settore pubblico.
L’Italia conferma il punteggio di 56 per l’anno 2023, collocandosi al 42° posto nella classifica globale dei 180 Paesi presi in esame e al 17° posto tra i 27 Paesi dell’Unione europea.
Il Presidente di ANAC Giuseppe Busìa ha dichiarato durante la presentazione del Rapporto di Transparency che: “La corruzione in Italia non si risolve criticando l’indice di percezione, cioè il termometro che segna la febbre, e che resta uno strumento utile. Lavoriamo invece, insieme, per combatterla (…). Aggredire il termometro è sbagliato. Vanno usati tutti gli strumenti che vi sono a disposizione, compreso l’indice del rischio di corruzione elaborato da Anac, basato su dati oggettivi. Più combattiamo la corruzione, meglio stiamo tutti”. Sempre Busìa ha poi aggiunto che: “le misure anticorruzione non sono un adempimento faticoso, ma lo strumento che ci porta a stare meglio”.
Il Presidente di ANAC ha inoltre richiamato l’importanza di una legge di regolamentazione delle lobby, di una normativa che eviti i conflitti d’interesse, stabilendo dei limiti. “Il politico non può ricevere benefici da portatori d’interesse, altrimenti la sua decisione ne viene inficiata. È interesse di tutti colmare questa carenza oggettiva dell’Italia”. Busìa ha sollecitato, poi, all’introduzione dell’obbligo del titolare effettivo per le imprese che partecipano alle gare pubbliche affermando che: “Il pubblico deve sapere con chi ha a che fare, con chi contratta. È uno strumento essenziale per rendere trasparente l’intero processo degli appalti”. Infine, Busìa ha ricordato come: “Anac stia lavorando alla realizzazione di una Piattaforma unica della Trasparenza, che consentirà più trasparenza, minori costi e dispendio di tempi ed energie, e minori oneri amministrativi per le Pubbliche amministrazioni. Perché trasparenza è strumento di efficienza”.