a cura di Rossella Ceccarini

Il 18 giugno 2024 è stata resa pubblica la Relazione della Direzione investigativa antimafia (D.I.A.) sull’attività svolta ed i risultati conseguiti nel primo semestre 2023, nella quale sono descritti nel dettaglio i nuovi business e le modalità di sviluppo della criminalità organizzata.

La relazione relativa al primo semestre 2023 si apre con alcune considerazioni generali sulla minaccia mafiosa, riferite soprattutto ai profili di rischio connessi alle capacità della criminalità organizzata di infiltrare il settore economico, finanziario, degli appalti e della pubblica amministrazione. A seguire, il secondo capitolo si sofferma sulle singole matrici mafiose (‘Ndrangheta, Cosa nostra, Camorra, mafie pugliesi, altre mafie italiane e mafie straniere), descrivendone la struttura, le articolazioni territoriali, gli equilibri interni, i collegamenti internazionali, gli obiettivi e le modalità operative, nonché ogni altro aspetto di interesse. L’incidenza del fenomeno mafioso sul territorio e la relativa azione di contrasto sono declinate nel terzo capitolo, con riferimento alle regioni, in ordine alfabetico, con un dettaglio provinciale, nonché con le proiezioni all’estero. Il quarto capitolo illustra le attività di cooperazione internazionale per il contrasto alle mafie a cui la D.I.A. riserva grande attenzione in quanto rappresenta un imprescindibile strumento di contrasto ai moderni sodalizi rivolti sempre più oltreconfine. Un approfondimento doveroso si riscontra nel capitolo quinto che descrive l’azione di monitoraggio degli appalti pubblici svolta dalla D.I.A. nell’ambito di un complesso sistema di prevenzione che, peraltro, di recente è stato oggetto di un potenziamento adottato in vista dell’immissione di risorse pubbliche connesse non solo al P.N.R.R., ma anche ad altre importanti progettualità nazionali. Ancora, sotto il profilo della protezione del sistema finanziario ed economico, il modello dell’antiriciclaggio della D.I.A., istituita con questa specifica vocazione, viene sviluppato nel sesto capitolo: un impegno che la Direzione svolge anche a livello di impulso normativo e di coordinamento con le altre autorità competenti.

L’analisi del fenomeno criminale realizzata della D.I.A. conferma come le organizzazioni mafiose, da tempo avviate ad un processo di adattamento ai diversi contesti socio-economici ed alla penetrazione dei settori imprenditoriali, abbiano sostituito l’uso della violenza, sempre più residuale ma mai ripudiato, con strategie di silenziosa infiltrazione e con azioni corruttive. Questo cambiamento nella gestione delle relazioni con l’esterno è dimostrato, da un lato, dalle numerose indagini condotte sull’accaparramento di appalti e servizi pubblici e, dall’altro, dagli omicidi commessi in contesti di mafia, soprattutto nel territorio campano e pugliese, e dai sequestri di armi effettuati anche nel primo semestre 2023. Tutto ciò permette alle mafie di insinuarsi in contesti “sani” imprenditoriali allo scopo di cercare sbocchi per investire capitali illegali in attività legali. Il narcotraffico rappresenta tuttora il business criminale più redditizio. L’uso della tecnologia assume un ruolo determinante per l’attività illecita delle organizzazioni criminali che, con sempre maggiore frequenza, utilizzano i sistemi di comunicazione crittografata, le molteplici applicazioni di messaggistica istantanea ed i social.

Nella Relazione si legge che sono stati sequestrati beni per un valore di quasi 30 milioni di euro e confiscati per un valore di quasi 130 milioni di euro. In particolare, ammonta a 29.130.500 euro il valore dei beni sequestrati nell’attività preventiva ed a 542.343 euro quello dei beni sequestrati nell’attività repressiva. Sono stati confiscati beni per 120.620.101 euro con l’attività preventiva e per 8.230.000 euro con l’attività repressiva. Nel dettaglio, oltre 4 milioni di beni sono stati sequestrati alla criminalità organizzata calabrese, circa 2 milioni a quella siciliana e 2,6 milioni alla criminalità organizzata campana. Quanto alle confische, il valore dei beni sequestrati alla criminalità siciliana sfiora i 100 milioni. Tredici sono state le attività investigative concluse dalla D.I.A. nel periodo di riferimento e 63 i provvedimenti restrittivi emessi. Allo stato – si legge nella Relazione – sono in corso 295 attività di polizia giudiziaria, di cui 77 operazioni denominate (13 avviate d’iniziativa e 64 su delega), e 218 indagini relative ad accertamenti investigativi connessi a procedimenti penali.

Un motivo di preoccupazione, secondo la D.I.A., è legato al P.N.R.R., che rappresenta “un importante pacchetto di investimenti e riforme attualmente in corso di implementazione”, in relazione al quale è elevato il rischio che le organizzazioni mafiose manifestino interesse per i fondi stanziati “aumentando il fenomeno di infiltrazione nell’economia legale”. Secondo la Relazione, per contrastare efficacemente i tentativi di infiltrazione, il Viminale ha adottato una “strategia preventiva focalizzata sulla documentazione antimafia, con particolare attenzione alle informazioni fornite dalle Prefetture”. Nel primo semestre 2023 le richieste di avvio istruttoria antimafia P.N.R.R. sono state 11.890 a livello nazionale e 8 si sono concluse con l’adozione di provvedimenti interdittivi antimafia.


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D.I.A.: PUBBLICATA LA RELAZIONE AL PARLAMENTO RELATIVA AL PRIMO SEMESTRE 2023