a cura di Rossella Ceccarini
È stata pubblicata al Senato la Relazione sull’attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel secondo semestre del 2023, presentata dal Ministro dell’Interno.
Nel documento, che analizza i fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso del II° semestre del 2023, vengono illustrate, per una più immediata e veloce consultazione, le presenze sul territorio dei gruppi di mafia rilevate sulla scorta delle operazioni concluse nei vari contesti areali, focalizzando l’attenzione sulla specifica minaccia criminale rappresentata dalle varie consorterie più attive nel semestre, declinate nelle loro espressioni più rilevanti a livello regionale e provinciale, con un cenno anche alle proiezioni estere. Nella Relazione si legge come le organizzazioni mafiose abbiano da tempo trasformato i propri tratti distintivi adattando ai mutamenti sociali nuovi modus operandi criminali mediante competenze più raffinate, ma sempre finalizzate al controllo del territorio. Da un lato, infatti, i sodalizi hanno mostrato la tendenza a rinunciare, se non in casi strettamente necessari, all’utilizzo della forza di intimidazione intesa come manifestazione di violenza mentre, dall’altro lato, si è assistito all’evoluzione della strategia mafiosa verso contesti economico-imprenditoriali, specie nei territori caratterizzati da un tessuto imprenditoriale fortemente sviluppato, avvalendosi sempre più spesso di compiacenti professionisti finanziari e tributari. In questo senso l’infiltrazione silente dell’economia da parte dei sodalizi ha come scopo anche quello del controllo dei settori economici più redditizi al fine di facilitare le attività di riciclaggio dei capitali illeciti e, al contempo aumentare, in un circolo vizioso, le possibilità di incrementare i profitti derivanti dai canali legali dei mercati.
L’interesse delle mafie si rivolge principalmente all’aggiudicazione di appalti pubblici e privati, subappalti, forniture di beni e servizi vari, talvolta mediante l’avvicinamento di funzionari infedeli della Pubblica amministrazione sensibili alle proposte corruttive, soprattutto in un contesto di crescita economica. Sotto questa prospettiva, l’attuale quadro economico positivo rappresenta per i sodalizi mafiosi un ulteriore fattore attrattivo. Nel corso del secondo semestre del 2023 la DIA ha analizzato 74.980 segnalazioni di operazioni sospette (SOS), valore in calo del 6,6% rispetto all’anno precedente, ma superiore di circa il 7,6% rispetto al 2021 e del 24% rispetto al 2020. Inoltre, vengono riportate in maniera dettagliata le più importanti operazioni svolte a livello regionale, oltre a quelle volte a contrastare i movimenti della malavita italiana all’estero. Sono stati segnalati alla Procura Nazionale Antimafia i contenuti di 26.062 SOS, corrispondenti al 34,7% circa del flusso documentale processato. Tra le industrie nel mirino delle organizzazioni criminali ci sono anche quelle del gaming e del betting sfruttate per guadagni illeciti e attività di riciclaggio.
Nella Regione Campania, la relazione segnala: “per quanto concerne l’attività preventiva antimafia, va segnalato il fattivo contributo fornito dalla DIA di Napoli a supporto delle Autorità prefettizie delle province di competenza (Napoli, Caserta, Benevento ed Avellino) che ha consentito di giungere all’adozione, complessivamente, di 82 interdittive antimafia, di cui 70 nelle sole province di Napoli e Caserta, che hanno interessato società impegnate in tutti i settori vitali dell’economia locale. Dall’esame dei provvedimenti de qua, il settore edile si conferma quello maggiormente esposto all’infiltrazione mafiosa (37%), seguito dai settori della ristorazione (11%), immobiliare (7%), dell’assistenza socio-sanitaria (6%), dei rifiuti (5%) e dei carburanti (4%), che insieme raggiungono il 70% delle interdittive emesse nel semestre considerato. Gli altri settori, quali il turismo, le attività ricettive, le attività di giochi e scommesse, il commercio e altro, incidono per il restante 30% sul totale dei provvedimenti ostativi adottati”.
In Provincia di Frosinone, invece, l’influenza della criminalità organizzata campana rende la provincia una sorta di territorio di confine, caratterizzato dalla convergenza di interessi delle limitrofe consorterie di matrice camorristica con le dinamiche delle realtà delinquenziali autoctone e, da ultimo, anche delle compagini straniere, in particolare albanesi, dedite principalmente a narcotraffico, usura, estorsioni, riciclaggio ed a reinvestimenti nel settore, anche legale, dei giochi e delle scommesse.
L’11 luglio 2023 a Milano, Lecco, Roma e Catanzaro, nell’ambito di attività coordinata dalla Procura di Reggio Calabria, la DIA ha eseguito la confisca di 282 quote societarie relative a 4 società attive nel settore informatico, delle scommesse e delle lotterie, nonché di 2 beni immobili e alcune disponibilità finanziarie, per un valore complessivo di circa 1,6 milioni di euro, riconducibili a un pluripregiudicato.
Nella Provincia di Agrigento, poi, le attività di indagine concluse nel periodo in esame hanno consentito di confermare il crescente interesse di Cosa Nostra agrigentina nel remunerativo settore degli stupefacenti e delle scommesse on-line. L’8 novembre 2023, la DIA, nell’ambito dell’operazione “Breaking Bet”, ha dato esecuzione a Palermo e ad Agrigento ad un’ordinanza custodiale nei confronti di 10 soggetti ritenuti responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa, esercizio abusivo nell’intermediazione delle raccolte di gioco tramite l’installazione di apparecchiature in assenza della prescritta concessione dell’Agenzia dei Monopoli, nonché di estorsione aggravata dall’agevolazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori. Le indagini, che hanno interessato i comuni di Licata, Campobello di Licata e Campobello di Mazara (TP), hanno fatto luce su una capillare distribuzione e installazione di postazioni per il gioco d’azzardo, anche collegate in rete a siti internet esteri e riconducibili a società intestate a prestanome, tramite le quali ai giocatori era consentito di partecipare anche a scommesse su eventi sportivi, oltre ai giochi d’abilità (videopoker e roulette). Il modus operandi dell’organizzazione criminosa monitorata ha rivelato la capacità di penetrazione all’interno delle strutture societarie del settore, tramite l’assunzione da parte degli imprenditori collusi di soggetti intranei all’associazione i quali curavano, nel contempo, gli interessi delle società dedite alla suddetta attività economica e quelli delle famiglie mafiose. I proventi dell’attività di betting erano poi destinati anche a contribuire al sostentamento economico delle famiglie mafiose.
Nel semestre in esame, sebbene si sia registrato un calo di circa il 6,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, il numero delle segnalazioni di operazioni sospette complessivamente analizzate ammonta comunque a 74.980. Inoltre, l’analisi delle menzionate SOS ha comportato l’esame delle posizioni di 762.207 soggetti (di cui 450.153 persone fisiche). Peraltro, è emersa la riconducibilità di 391 SOS al fenomeno Covid 19 e di 158 SOS ad “anomalie connesse all’attuazione del PNRR”.