a cura di Rossella Ceccarini

CORTE DI CASSAZIONE, Sezione III Penale, sentenza n. 10930 del 10.12.2024 depositata il 19.03.2025

La Terza Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10930 pubblicata il 19 marzo 2025, ha respinto la richiesta di riesame e ha chiarito che esiste conflitto d’interessi tra rappresentante legale e società anche nelle s.r.l. unipersonali.

La questione sottoposta al vaglio della Suprema Corte riguarda un’ordinanza emessa dal Tribunale di Ancona che aveva dichiarato inammissibile la richiesta di riesame proposta nell’interesse di (…) s.r.l., in persona del legale rappresentante, contro un sequestro preventivo – disposto nei confronti dello stesso legale rappresentante e da eseguirsi in via indiretta anche nei confronti della medesima società – in relazione al reato di cui all’art. 2 d.lgs. n. 74/2000 ed all’illecito amministrativo di cui all’art. 25-quinquiesdecies d.lgs. n. 231/2001. Il Tribunale aveva messo in evidenza come il rappresentante legale, sotto indagine per il reato da cui dipende l’illecito amministrativo contestato alla società, avesse nominato il difensore di fiducia. Avverso l’ordinanza ha proposto ricorso per cassazione la società adducendo tra i motivi di impugnazione l’erronea applicazione degli artt. 39 e 40 d.lgs. n. 231/2001 e degli artt. 322 e 324 c.p.p., nonché la manifesta illogicità della motivazione in relazione alla ritenuta rilevanza delle iniziative personalmente assunte dal legale rappresentate dell’ente, per la sua posizione personale. In particolare, la difesa ha contestato il passaggio argomentativo del provvedimento in cui si valorizza in senso negativo il fatto che il legale rappresentante sia stato destinatario del provvedimento di sequestro, impugnato anche da lui personalmente Secondo la difesa, non si è considerato che la richiesta di riesame a titolo personale è stata proposta solo perché il patrimonio del soggetto era stato attinto dalla misura cautelare.

La Suprema Corte ha ricordato, in punto di diritto, che, in tema di responsabilità da reato degli enti, le società unipersonali a responsabilità limitata rientrano tra gli enti assoggettati alla disciplina dettata dal d.lgs. 9 giugno 2001, n. 231, essendo, a differenza delle imprese individuali, soggetti giuridici autonomi, dotati di un proprio patrimonio e formalmente distinti dalla persona fisica dell’unico socio. Dunque, il trattamento preferenziale richiesto nel caso di specie dalla difesa della ricorrente, nel senso che la commistione fra legale rappresentante e società escluderebbe il conflitto d’interessi, non trova giustificazione giuridica. Inoltre, gli Ermellini hanno osservato che (come emerge dalla motivazione della sentenza delle Sezioni Unite n. 33041 del 28.05.2015) non è in ogni caso autorizzata la nomina del difensore di fiducia e la successiva presentazione della richiesta di riesame nell’interesse dell’ente se il rappresentante legale è imputato del reato dal quale nasce la responsabilità amministrativa dell’ente medesimo. Quest’ultima condizione infatti – ha ricordato ancora la Corte – è inderogabilmente preclusiva, come emerge dalla ratio della disciplina, tesa ad evitare che l’impugnazione possa rappresentare uno strumento indebitamente utilizzato dal legale rappresentante per risolvere in concreto a suo favore il conflitto d’interesse con l’ente.


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RESPONSABILITA’ EX D.LGS. N. 231/2001: SOCIETA’ UNIPERSONALI E CONFLITTO D’INTERESSI TRA RAPPRESENTANTE LEGALE E SOCIETA’

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