a cura di Rossella Ceccarini

L’11 febbraio 2025 è stato presentato l’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International, che classifica 180 paesi al mondo in base al livello di corruzione percepita nel settore pubblico utilizzando dati provenienti da 13 fonti esterne. I punteggi riflettono le opinioni degli esperti.

I dati che sono stati presentati mostrano un livello medio di percezione globale, tra tutti gli Stati analizzati, stabile a 43 su 100 (dove 0 corrisponde al più alto livello di corruzione percepita e 100 al livello più basso): oltre la metà dei paesi ha, tuttavia, un punteggio inferiore. L’Europa occidentale rimane la regione con il punteggio più alto (64/100), in calo di un punto rispetto all’anno precedente. Anche Francia e Germania registrano un calo.

L’Italia è al 19° posto del CPI tra i 27 Paesi membri dell’Unione europea ed al 52° posto nella classifica globale. Con due punti in meno rispetto al 2023 (da 56/100 a 54/100), nel 2024 perde dieci posizioni rispetto all’anno precedente.

Il sistema nazionale, negli ultimi tredici anni, ha innescato positivi cambiamenti in chiave anticorruzione: dalla legge anticorruzione n. 190/2012 alla legge n. 179/2017 per la tutela di coloro che segnalano reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell’ambito del rapporto di lavoro (whistleblower), fino alla trasposizione della Direttiva europea sul Whistleblowing con il d.lgs. n. 23/2024. Ancora, fondamentale si è rivelato il ruolo dell’Autorità Nazionale Anticorruzione che, negli ultimi anni, ha rafforzato la disciplina sugli appalti e ha creato un database pubblico che rappresenta un esempio regionale di rinnovata fiducia nei sistemi di trasparenza.

Secondo Transparency International, pertanto, le motivazioni che hanno portato a questa inversione di rotta vanno ricercate nell’assenza di una regolamentazione chiara sul conflitto di interessi tra pubblico e privato, nella mancanza di una disciplina sul lobbying e nel ritardo nell’implementazione del registro dei titolari effettivi, fondamentale per l’efficacia delle misure antiriciclaggio.

Il modello italiano di prevenzione della corruzione sta attraversando una fase di declino, segnalata da diversi fattori, tra cui i recenti interventi legislativi, l’indirizzo del governo attuale e le logiche del PNRR e del PIAO. L’introduzione del PIAO ha riunito diversi piani preesistenti in un’ottica di semplificazione amministrativa, ma ha anche ridotto l’attenzione specifica sulla prevenzione della corruzione, rischiando un arretramento nell’approccio adottato finora.

Il nuovo Codice degli appalti (d.lgs. n. 36/2023) conferma questa tendenza, ponendo maggiore enfasi sull’efficienza e la rapidità amministrativa rispetto alla lotta alla corruzione, con un ridimensionamento del ruolo dell’ANAC. Questa direzione riflette una volontà politica di ridurre le regole di integrità per favorire la semplificazione, con il rischio di minare il controllo sull’uso delle risorse pubbliche, specialmente nel contesto del PNRR.

Collegamento al sito:


https://transparency.it/cpi2024

 


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TRASPARENCY INTERNATIONAL PRESENTA L’INDICE DI PERCEZIONE DELLA CORRUZIONE 2024; L’ITALIA PERDE DIECI POSIZIONI
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