La responsabilità dell’ente ex d.lgs. n. 231/2001 sussiste anche in caso di assoluzione della persona fisica per il reato presupposto

La responsabilità dell’ente ex d.lgs. n. 231/2001 sussiste anche in caso di assoluzione della persona fisica per il reato presupposto

La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10143/2023, nel dichiarare inammissibile il ricorso ha confermato come, in tema di responsabilità da reato ex d.lgs. n. 231/2001, all’assoluzione della persona fisica imputata del reato presupposto per una causa diversa dalla rilevata insussistenza di quest’ultimo non consegua automaticamente l’esclusione della responsabilità dell’ente per la sua commissione, poiché tale responsabilità, ai sensi dell’art. 8 d.lgs. n. 231/2001, deve essere affermata anche nel caso in cui l’autore del suddetto reato non sia stato identificato.

Illegittimità del silenzio-rifiuto da parte della Prefettura in caso di richiesta di aggiornamento dell’informazione antimafia

Illegittimità del silenzio-rifiuto da parte della Prefettura in caso di richiesta di aggiornamento dell’informazione antimafia

Con la sentenza n. 103/2023 il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia Romagna – Bologna ha accolto il ricorso e ha chiarito come il “venir meno delle circostanze rilevanti di cui all’art. 91, comma 5, del d.lgs. n. 159 del 2011, non dipende, infatti, dal mero trascorrere del tempo, in sé, ma dal sopraggiungere di obiettivi elementi diversi o contrari che ne facciano venir meno la portata sintomatica, oppure perché ne controbilanciano, smentiscono ed in ogni caso superano la valenza sintomatica, o perché rendono remoto, e certamente non più attuale, il pericolo”.

D.lgs. n. 19/2023 – Inserimento di un nuovo reato presupposto per la responsabilità 231/2001 per le false dichiarazioni ai fini del «certificato preliminare»

D.lgs. n. 19/2023 – Inserimento di un nuovo reato presupposto per la responsabilità 231/2001 per le false dichiarazioni ai fini del «certificato preliminare»

Il decreto legislativo del 2 marzo 2023 n. 19 sulle trasformazioni, fusioni e scissioni societarie transfrontaliere, adottato in attuazione della direttiva (UE) 2019/2121, inserisce un nuovo reato presupposto (art. 54) inerente la responsabilità ex d.lgs. n. 231/2001 relativo alle false od omesse dichiarazioni per il rilascio del certificato preliminare, necessario per attestare il regolare adempimento, in conformità alla legge, degli atti e delle formalità preliminari alla realizzazione della fusione (art. 29).

Esclusa l’ipotesi della presunzione di irrilevanza dei rapporti di parentela nell’applicazione dell’interdittiva antimafia

Esclusa l’ipotesi della presunzione di irrilevanza dei rapporti di parentela nell’applicazione dell’interdittiva antimafia

Con la sentenza n. 90/2023 il Tribunale Amministrativo Regionale per la Calabria, Sezione Staccata di Reggio Calabria, nel rigettare il ricorso ha ribadito che l’interdittiva antimafia costituisce una misura preventiva che prescinde dall’accertamento di singole responsabilità penali nei confronti dei soggetti che ne sono colpiti, che si fonda sugli accertamenti compiuti dai diversi organi di polizia valutati, per la loro rilevanza …

I liberi professionisti non possono essere destinatari di interdittiva o informativa antimafia

I liberi professionisti non possono essere destinatari di interdittiva o informativa antimafia

Il Consiglio di Stato con la sentenza n. 2212/2023 ha respinto il ricorso che sosteneva applicabile ad un libero professionista il regime che scatta per infiltrazione mafiosa nell’ente locale affermando che quest’ultimo non può essere colpito da interdittiva antimafia anche se sono intercorsi rapporti professionali con un Comune sciolto per mafia, in quanto la disciplina dell’esclusione si applica strettamente all’ambito delle imprese e non può applicarsi ad un appartenente a una professione intellettuale: la persona fisica che non riveste la qualità di titolare di impresa o di società non può essere destinataria di una informativa antimafia di tipo interdittivo.

È da ritenersi legittimo il sequestro da parte del Procuratore europeo in caso di indebita percezione di contributi comunitari e finanziamenti agevolati durante il COVID-19

È da ritenersi legittimo il sequestro da parte del Procuratore europeo in caso di indebita percezione di contributi comunitari e finanziamenti agevolati durante il COVID-19

La Sezione VI della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dal Procuratore europeo delegato della sede di Palermo e ha annullato l’ordinanza (con rinvio per un nuovo giudizio) affermando che l’art. 30, par. 1, del Regolamento (UE) 2017/1939 del Consiglio del 12 ottobre 2017 relativo all’attuazione di una cooperazione rafforzata sull’istituzione della Procura europea (“EPPO”) stabilisce che …

Interdittiva antimafia ed escussione delle garanzie (provvisoria e definitiva) nei contratti pubblici

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Sezione seconda) con la sentenza n. 291 del 10 febbraio 2023 di accoglimento del ricorso chiarisce che, in base all’art. 108 (Risoluzione), comma 2, lett. B), d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei contratti pubblici): “Le stazioni appaltanti devono risolvere un contratto pubblico durante il periodo di efficacia dello stesso qualora: [….] b) nei confronti dell’appaltatore sia intervenuto un provvedimento definitivo che dispone l’applicazione di una o più misure di prevenzione di cui al codice delle leggi antimafia e delle relative misure di prevenzione”.

Rimessa alle Sezioni Unite la questione del sequestro preventivo in materia di reati tributari e fallimento

Rimessa alle Sezioni Unite la questione del sequestro preventivo in materia di reati tributari e fallimento

La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite la seguente questione: “se, in caso di fallimento dichiarato anteriormente alla adozione del provvedimento cautelare di sequestro preventivo, emesso nel corso di un procedimento penale relativo alla commissione di reati tributari, avente ad oggetto beni attratti alla massa fallimentare, l’avvenuto spossessamento del debitore erariale, indagato o, comunque, soggetto inciso dal provvedimento cautelare, per effetto della apertura della procedura concorsuale operi o meno quale causa ostativa alla operatività del sequestro ai sensi dell’art. 12-bis, comma 1, del d. lgs. n. 74 del 2000, secondo il quale la confisca e, conseguentemente il sequestro finalizzato ad essa, non opera nel caso di beni, pur costituenti il profitto o il prezzo del reato, se questi appartengono a persona estranea al reato”.

Il rapporto tra giudizio di impugnazione dell’interdittiva antimafia e gli istituti del controllo giudiziario e del commissariamento dell’impresa appaltatrice

Il rapporto tra giudizio di impugnazione dell’interdittiva antimafia e gli istituti del controllo giudiziario e del commissariamento dell’impresa appaltatrice

Il Consiglio di Stato ha chiarito che la pendenza del controllo giudiziario ex art. 34-bis, comma 6, d.lgs. n. 159/2011 non può considerarsi causa di sospensione né del giudizio di impugnazione contro l’informazione antimafia interdittiva, né delle misure straordinarie di gestione, sostegno e monitoraggio di imprese previste dall’art. 32, comma 10, d.l. n. 89/2014.

La tutela del whistleblower nella divulgazione delle notizie di interesse pubblico

La tutela del whistleblower nella divulgazione delle notizie di interesse pubblico

Con la sentenza Halet contro Lussemburgo, ricorso 21884/2018, depositata il 14 febbraio 2023, la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha esteso la tutela riconosciuta dall’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo al whistleblower che divulga informazioni fiscali da lui possedute in ragione dell’attività lavorativa svolta ponendo alla base di tale estensione la scelta di anteporre agli obblighi di riservatezza l’interesse pubblico su notizie di ambito generale.

L’accertamento del maggior reddito del socio occulto

L’accertamento del maggior reddito del socio occulto

A cura della Redazione CORTE DI CASSAZIONE, Sezione V Civile, Ordinanza n. 3584/2023 del 06.02.2023 La Suprema Corte, Sezione V, con l’ordinanza n. 3584/2023 del 06.02.2023 ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate avverso una sentenza emessa dalla Commissione Tributaria