Responsabilità del prestanome per i reati ambientali e in tema di sicurezza sul lavoro

Responsabilità del prestanome per i reati ambientali e in tema di sicurezza sul lavoro

La Terza Sezione della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 42236 depositata il 17.10.2023, dichiarando inammissibile il ricorso di una “amministratrice di diritto”, ha stabilito che non vi è l’obbligo di fornire una particolare motivazione per riconoscere la responsabilità dell’amministratore di diritto di una società nella commissione di reati ambientali e prevenzionistici a carattere colposo.

Interdittiva antimafia ed “influenza reciproca” di comportamenti all’interno della famiglia

Interdittiva antimafia ed “influenza reciproca” di comportamenti all’interno della famiglia

Con sentenza n. 9016 depositata il 17 ottobre 2023, la Terza Sezione del Consiglio di Stato ha affermato che i rapporti di parentela possono supportare la misura preventiva ma a condizione – come insegna la sentenza della Corte costituzionale n. 57 del 26 marzo 2020 – che assumano un’intensità tale da far ritenere una conduzione familiare e una “regia collettiva” dell’impresa, nel quadro di usuali metodi mafiosi fondati sulla regìa “clanica”.

Ai fini dell’interdittiva antimafia non rileva che la «governance» della società non sia stata colpita dall’inchiesta penale né che sia immune da precedenti penali

Ai fini dell’interdittiva antimafia non rileva che la «governance» della società non sia stata colpita dall’inchiesta penale né che sia immune da precedenti penali

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con sentenza n. 8771 del 21.09.2023 pubblicata il 09.10.2023 ha respinto l’appello e ha affermato che, in tema di interdittiva antimafia, risulta irrilevante che la governance della società non sia stata colpita dall’inchiesta penale, né che sia immune da precedenti penali: l’esperienza di decenni …

«Tentativi di infiltrazione» da parte della criminalità organizzata ed interdittiva antimafia

«Tentativi di infiltrazione» da parte della criminalità organizzata ed interdittiva antimafia

La vicenda trae origine dalla richiesta avanzata da parte della società (…) di riforma della sentenza emessa dal T.A.R. per la Campania che aveva confermato un’informativa prefettizia interdittiva emessa dall’UTG – Prefettura di Caserta nonché l’ordinanza del S.U.A.P. del Comune di (…) recanti entrambe la sospensione dell’attività svolta dal ricorrente e fondate sulla ipotizzata riconducibilità dell’impresa ricorrente al clan camorristico (…).

Ammissione al controllo giudiziario ex art. 34-bis Codice antimafia e provvedimento di esclusione dalle gare di appalto

Ammissione al controllo giudiziario ex art. 34-bis Codice antimafia e provvedimento di esclusione dalle gare di appalto

La Quinta Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 8481 emessa in data 06.06.2023 e pubblicata il 22.09.2023 ha respinto l’appello proposto e ha confermato (ex pluribus, Cons. Stato, Sez. V, n. 8558 del 2022) anche nel caso di specie il principio secondo cui il controllo giudiziario può solamente sospendere in modo temporaneo gli effetti della misura interdittiva, non già eliminare quelli nel frattempo prodotti dall’interdittiva stessa nei rapporti in corso.

L’informazione antimafia e la sua funzione nel contraddittorio tra Stato e anti-Stato

L’informazione antimafia e la sua funzione nel contraddittorio tra Stato e anti-Stato

Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) con la sentenza n. 8395 del 14.09.2023, pubblicata in data 18.09.2023, ha accolto il ricorso richiamando una ormai consolidata giurisprudenza della stessa Sezione e ricordando che l’informativa antimafia implica una valutazione discrezionale da parte dell’autorità prefettizia in ordine al pericolo di infiltrazione mafiosa, capace di condizionare le scelte e gli indirizzi dell’impresa.

Valida la notifica dell’istanza di fallimento effettuata all’indirizzo PEC della società cancellata dal Registro delle imprese

Valida la notifica dell’istanza di fallimento effettuata all’indirizzo PEC della società cancellata dal Registro delle imprese

La Prima Sezione della Suprema Corte con l’ordinanza n. 23322 ha accolto il ricorso confermando il proprio orientamento, ossia che, in caso di società cancellata dal Registro delle imprese, il ricorso per la dichiarazione di fallimento può essere notificato, ai sensi dell’art. 15, comma 3, l. fall., all’indirizzo di posta elettronica certificata della stessa in precedenza comunicato al Registro delle imprese.