Le Sezioni Unite Penali della Suprema Corte, con sentenza n. 14840 del 27 ottobre 2022, depositata il 6 aprile 2023, hanno enunciato il seguente principio di diritto: “l’istituto dell’ammissione alla prova di cui all’art. 168-bis c.p., non trova applicazione con riferimento alla disciplina della responsabilità degli enti di cui al D.L.vo n. 231 del 2001”.
Sequestro preventivo e limiti di pignorabilità delle somme

La Terza Sezione della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 14584 del 2 marzo 2023, depositata il 6 aprile 2023, ha ribadito il principio per cui l’art. 545 c.p.c. costituisce espressione di una regola generale che deve trovare applicazione anche con riferimento all’esecuzione derivante dal sequestro preventivo, in ragione della sua diretta discendenza da principi di ordine costituzionale, più volte correttamente posta in evidenza dalla stessa Corte di Cassazione nonché dalla Corte Costituzionale.
Non è possibile disporre un sequestro allorché la prescrizione del reato sia intervenuta ancor prima dell’esercizio dell’azione penale

Con la sentenza n. 13730 la Seconda Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione accogliendo il ricorso ha annullato con rinvio l’ordinanza impugnata escludendo che sia possibile disporre un sequestro allorché la prescrizione del reato sia intervenuta ancor prima dell’esercizio dell’azione penale.
Whistleblower non tutelato per gli illeciti estranei alla segnalazione

La Suprema Corte di Cassazione, Sezione lavoro, con l’ordinanza n. 9148 pubblicata il 31.03.2023, nel respingere il ricorso ha espresso il seguente principio: “La normativa di tutela del dipendente che segnali illeciti altrui (c.d. whistleblowing) salvaguardia il medesimo dalle sanzioni che potrebbero conseguire a suo carico …
Il terzo titolare di diritti di garanzia rispetto ai beni confiscati

La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con sentenza n. 13024 del 24 febbraio 2023, depositata il 28 marzo 2023, ha annullato l’ordinanza impugnata con rinvio per un nuovo esame affermando che il disposto di cui all’art. 52, comma 1, d.lgs. 6 settembre 2011, n. 159, in ambito di c.d. confisca di prevenzione
Gli elementi sintomatici dell’infiltrazione mafiosa

La terza Sezione del Consiglio di Stato con sentenza n. 3338 del 31 marzo 2023 si è espressa sugli elementi sintomatici dell’infiltrazione mafiosa. La questione trae origine dall’adozione da parte della Prefettura di una informazione interdittiva adottata nei confronti dell’impresa (…) e del successivo provvedimento di divieto della prosecuzione dell’attività emesso dal dirigente del Comune di (…) – Settore sviluppo economico.
Approvata la riforma del codice dei contratti pubblici: dal 1° aprile 2023 entrerà in vigore il nuovo Codice degli appalti
Presentazione della dichiarazione dei redditi in caso di sequestro preventivo delle partecipazioni e del compendio aziendale

Con l’ordinanza n. 8383 pubblicata il 23.03.203 la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, ha enunciato il seguente principio di diritto: “In caso di sequestro preventivo – ai sensi degli artt. 321 cod. proc. pen. e 12-sexies d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv. con modif. dalla legge 7 agosto 1992, n. 356
Informativa antimafia e sussistenza di un quadro indiziario

Il TAR per la Toscana con la sentenza n. 288 pubblicata il 20 marzo 2023 ha stabilito che la gravità del quadro indiziario attestante la sussistenza di tentativi di infiltrazione mafiosa posto a base dell’informativa antimafia deve essere desunta da un quadro indiziario fattuale composto da elementi che diano conto della permeabilità dell’impresa ad infiltrazioni della criminalità organizzata, secondo il criterio del “più probabile che non”.
Il pagamento del debito tributario esclude il sequestro per sottrazione fraudolenta

La Sezione VI della Corte di Cassazione con la sentenza n. 12084 depositata il 22.03.2023, pronunciandosi nell’ambito di un procedimento penale per il reato di cui all’art. 11 d.lgs. n. 74/2000, ha statuito che il sopravvenuto integrale pagamento del debito tributario osta al mantenimento del sequestro finalizzato alla confisca anche per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Whistleblower: interamente a carico del denunciante la prova delle misure ritorsive

Con la sentenza n. 252/2023 la Corte d’Appello di Milano, nel riformare parzialmente la pronuncia di primo grado, mantiene tuttavia inalterata l’impostazione e afferma che la prova delle misure ritorsive è integralmente a carico del segnalante, non potendosi rinvenire nell’art. 54-bis d.lgs. n. 165/2001 alcuna inversione dell’onere probatorio.
Il decreto PNNR3 e le modifiche al CCII: le modifiche apportate al testo licenziato dal Consiglio dei Ministri

Il d.l. 24 febbraio 2023, n. 13, avente ad oggetto “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC), nonché per l’attuazione delle politiche di coesione e della politica agricola comune”, pubblicato sulla G.U. del 24 febbraio scorso ed entrato in vigore il giorno successivo, contiene nel Capo VII del Titolo II, dedicato alle “Disposizioni urgenti in materia di giustizia”, l’art. 38 dedicato alla crisi d’impresa.
Whistleblowing e tutela dei dati personali
La responsabilità dell’ente ex d.lgs. n. 231/2001 sussiste anche in caso di assoluzione della persona fisica per il reato presupposto

La Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 10143/2023, nel dichiarare inammissibile il ricorso ha confermato come, in tema di responsabilità da reato ex d.lgs. n. 231/2001, all’assoluzione della persona fisica imputata del reato presupposto per una causa diversa dalla rilevata insussistenza di quest’ultimo non consegua automaticamente l’esclusione della responsabilità dell’ente per la sua commissione, poiché tale responsabilità, ai sensi dell’art. 8 d.lgs. n. 231/2001, deve essere affermata anche nel caso in cui l’autore del suddetto reato non sia stato identificato.
Legge 2 marzo 2023, n. 22 “Istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere”
Illegittimità del silenzio-rifiuto da parte della Prefettura in caso di richiesta di aggiornamento dell’informazione antimafia

Con la sentenza n. 103/2023 il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Emilia Romagna – Bologna ha accolto il ricorso e ha chiarito come il “venir meno delle circostanze rilevanti di cui all’art. 91, comma 5, del d.lgs. n. 159 del 2011, non dipende, infatti, dal mero trascorrere del tempo, in sé, ma dal sopraggiungere di obiettivi elementi diversi o contrari che ne facciano venir meno la portata sintomatica, oppure perché ne controbilanciano, smentiscono ed in ogni caso superano la valenza sintomatica, o perché rendono remoto, e certamente non più attuale, il pericolo”.