La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37159 depositata il 9 ottobre 2024, ha ribadito un principio ormai consolidato nella giurisprudenza di legittimità, ossia quello secondo cui, in tema di bancarotta fraudolenta documentale, l’occultamento delle scritture contabili, per la cui sussistenza è necessario il dolo specifico di arrecare pregiudizio ai creditori, consistendo nella fisica sottrazione delle stesse alla disponibilità degli organi fallimentari, anche sotto forma della loro omessa tenuta, costituisce, nell’ambito dell’art. 216, comma 1, n. 2), l.fall., una fattispecie autonoma ed alternativa alla fraudolenta tenuta di tali scritture che, invece, integra un’ipotesi di reato a dolo generico e presuppone un accertamento condotto su libri contabili effettivamente rinvenuti ed esaminati dai predetti organ
REATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA DISTRATTIVA E OFFENSIVA REALE DELLA CONDOTTA
La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28941 pubblicata il 17 luglio 2024, ha stabilito che il reato di bancarotta fraudolenta prefallimentare deve configurarsi quale reato di pericolo concreto, in quanto l’atto di depauperamento, incidendo negativamente sulla consistenza del patrimonio sociale, deve essere idoneo a creare un pericolo per il soddisfacimento delle ragioni creditorie. Tale atto di depauperamento deve permanere fino al tempo che precede l’apertura della procedura fallimentare; ciò in ragione del fatto che, ai fini della prova del reato, il giudice non può basarsi esclusivamente sulla mera constatazione dell’esistenza dell’atto distrattivo in quanto tale, “ma deve valutare la qualità del distacco patrimoniale”.
BANCAROTTA FRAUDOLENTA IMPROPRIA DA OPERAZIONI DOLOSE E INADEMPIMENTO NON SISTEMATICO
La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22978 del 21 marzo 2024 depositata il 6 giugno 2024, ha chiarito che non rileva, per la sussistenza del delitto di bancarotta fraudolenta impropria da operazioni dolose, la mera circostanza che l’amministratore della società fallita abbia accumulato debiti per scelte errate, dovendo distinguersi l’aggravamento del dissesto conseguente ad operazioni dolose dall’aumento del passivo dovuto a scelte gestionali rivelatesi ex post errate e quindi dovute a comportamenti incolpevoli o anche solo colposi, poiché altrimenti il delitto coinciderebbe con la mera causazione dello stato di insolvenza e sussisterebbe in relazione a tutte le dichiarazioni di fallimento.
REATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA DISSIPATIVA E RESPONSABILITA’ DEL LIQUIDATORE CHE NON TUTELA L’INTEGRITA’ DEL PATRIMONIO DELLA SOCIETA’
La Quinta Sezione della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17324 del 28 marzo 2024 depositata il 26 aprile 2024, ha stabilito che in una bancarotta fraudolenta dissipativa sussiste la responsabilità del liquidatore che non tutela l’integrità del patrimonio immobiliare della società.
IL REATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA IMPROPRIA DA REATO SOCIETARIO
La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 3197 del 13 settembre 2023 depositata il 26 gennaio 2024 ha richiamato i principi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità in sede di interpretazione del disposto dell’art. 223, comma 2, n. 1), l. fall. con particolare riferimento alla fattispecie di causazione o di aggravamento del dissesto, determinata dalla condotta illecita di cui all’art. 2621 c.c., in tema di false comunicazioni sociali.