CONTROLLO GIUDIZIARIO IN SEGUITO ALL’INTERDITTIVA ANTIMAFIA E PROGNOSI NEGATIVA SULLA BONIFICA DELL’IMPRESA

CONTROLLO GIUDIZIARIO IN SEGUITO ALL’INTERDITTIVA ANTIMAFIA E PROGNOSI NEGATIVA SULLA BONIFICA DELL’IMPRESA

La Sesta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 40181 del 17 settembre 2024 depositata il 31 ottobre 2024, si è espressa sul rapporto tra interdittiva antimafia del prefetto e misura di prevenzione del controllo giudiziario ricordando come la questione sia stata già affrontata in modo costante nella giurisprudenza di legittimità nel senso di escludere ogni automatismo, ma di ritenere che il tribunale della prevenzione possa accogliere l’istanza del titolare dell’impresa solo se reputi sussistenti i presupposti previsti per l’applicazione della misura del controllo giudiziario, ovvero l’occasionalità dell’agevolazione mafiosa.

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: OMESSA DICHIARAZIONE E CONSEGUENTE ANNOTAZIONE NEL CASELLARIO DA PARTE DELL’ANAC

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: OMESSA DICHIARAZIONE E CONSEGUENTE ANNOTAZIONE NEL CASELLARIO DA PARTE DELL’ANAC

La Sezione Prima Stralcio del T.A.R. per il Lazio, con la sentenza n. 15898 pubblicata il 21 agosto 2024, ha stabilito che la notizia segnalata dalla Stazione appaltante all’ANAC – relativa all’omessa dichiarazione di un’interdittiva antimafia, a conoscenza soltanto dell’operatore economico, non essendo al momento della gara riportata nel Casellario informatico – oggetto di successiva e apposita annotazione a cura dell’Autorità, è non solo pienamente conferente con le finalità di tenuta del Casellario informatico, ma anche necessaria e utile quale potenziale indice rivelatore di inaffidabilità dell’operatore economico “annotato”.

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: NUOVE PRECISAZIONI DA PARTE DELLA GIURISPRUDENZA AMMINISTRATIVA

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: NUOVE PRECISAZIONI DA PARTE DELLA GIURISPRUDENZA AMMINISTRATIVA

CONSIGLIO DI STATO, Sezione III, sentenza n. 7230 del 27.06.2024 pubblicata il 26.08.2024

La Terza Sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata in materia di interdittiva antimafia in occasione dell’istanza di riforma della sentenza del T.A.R. per la Puglia – Sede di Bari, Sezione Seconda, che aveva respinto il ricorso per l’annullamento dell’interdittiva antimafia adottata dal Prefetto di Barletta – Andria – Trani a carico della società (…).

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: NATURA GIURIDICA E SINDACABILITA’ IN SEDE GIUDIZIALE

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: NATURA GIURIDICA E SINDACABILITA’ IN SEDE GIUDIZIALE

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 6679 pubblicata il 24 luglio 2024, ha ribadito che il potere interdittivo costituisce espressione del livello marcatamente avanzato in cui il legislatore ha inteso collocare lo strumentario preventivo affidato alla Prefettura ai fini del contrasto dell’ingerenza della criminalità organizzata nei settori di attività nei quali, vedendo coinvolta la P.A. quale parte contrattuale o erogatrice di sovvenzioni o comunque di utilità economicamente o socialmente rilevanti, più pressante si fa l’esigenza di impedire che le risorse pubbliche vengano distolte verso finalità illegali o che comunque concorrano a rafforzare le strutture imprenditoriali che agiscono al di fuori dei canoni della trasparenza e della sana concorrenzialità.

INTERDITTIVA ANTIMAFIA E FATTI RISALENTI NEL TEMPO

INTERDITTIVA ANTIMAFIA E FATTI RISALENTI NEL TEMPO

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 3370 depositata il 12 aprile 2024, premessa la natura cautelare e preventiva del provvedimento di interdittiva antimafia (Cons. Stato, Ad. Plen., 6 aprile 2018, n. 3), ha richiamato il principio secondo cui, proprio quando dietro la singola realtà d’impresa vi è un nucleo familiare particolarmente compatto e coeso, è statisticamente più facile che coloro i quali sono apparentemente al di fuori delle singole realtà aziendali possano curarne (o continuare a curarne) la gestione o, comunque, interferire in quest’ultima facendo leva sui più stretti congiunti.

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: IRRILEVANZA DELLA MANCANZA DI CONDANNE PENALI A CARICO DEL DESTINATARIO

INTERDITTIVA ANTIMAFIA: IRRILEVANZA DELLA MANCANZA DI CONDANNE PENALI A CARICO DEL DESTINATARIO

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 3265 depositata il 10 aprile 2024, nel respingere l’appello, ha ribadito, richiamando la granitica giurisprudenza della medesima Sezione, che, quando dietro la singola realtà d’impresa vi è un nucleo familiare particolarmente compatto e coeso, è statisticamente più facile che coloro i quali sono apparentemente al di fuori delle singole realtà aziendali possano curarne (o continuare a curarne) la gestione o, comunque, interferire in quest’ultima facendo leva sui più stretti congiunti.

RILEVANZA SINTOMATICA DEI RAPPORTI COMMERCIALI O ASSOCIATIVI TRA IMPRESE ED INTERDITTIVA ANTIMAFIA

RILEVANZA SINTOMATICA DEI RAPPORTI COMMERCIALI O ASSOCIATIVI TRA IMPRESE ED INTERDITTIVA ANTIMAFIA

Con la sentenza n. 2160 dell’11 gennaio 2024 depositata il 5 marzo 2024 la Terza Sezione del Consiglio di Stato si è pronunciata in merito alla richiesta di riforma della sentenza emessa dal T.A.R. dell’Emilia Romagna (Sezione Prima) resa sul ricorso proposto per l’annullamento del provvedimento mediante il quale la Prefettura di Modena aveva respinto l’istanza di rinnovo nell’elenco dei fornitori e prestatori di servizi non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa (c.d. white list) istituito presso la medesima e del provvedimento mediante il quale la Prefettura di Modena aveva confermato il diniego di iscrizione nella “white list” irrogato nonché dell’atto mediante il quale la Prefettura di Modena in seguito alla richiesta di nuova iscrizione nella “white list” formulata da (…) aveva comunicato la vigenza del provvedimento interdittivo antimafia.

PROVVEDIMENTO DI INFORMATIVA ANTIMAFIA E PREVENZIONE ANTICIPATORIA DELLA DIFESA DELLA LEGALITA’

PROVVEDIMENTO DI INFORMATIVA ANTIMAFIA E PREVENZIONE ANTICIPATORIA DELLA DIFESA DELLA LEGALITA’

La Terza Sezione del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1482 depositata il 14 febbraio 2024, ha ribadito che il diniego di iscrizione nell’elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa è disciplinato dagli stessi principi che regolano l’interdittiva antimafia, in quanto si tratta di misure volte alla salvaguardia dell’ordine pubblico economico, della libera concorrenza tra le imprese e del buon andamento della pubblica amministrazione (v. anche Cons. Stato, Sez. III, 3 maggio 2016, n. 1743).

L’INTERDITTIVA ANTIMAFIA NEI CONFRONTI DEL SOGGETTO CHE CURA GLI AFFARI DI «FAMIGLIA»

L’INTERDITTIVA ANTIMAFIA NEI CONFRONTI DEL SOGGETTO CHE CURA GLI AFFARI DI «FAMIGLIA»

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 1101 del 25.01.2024 depositata il 02.02.2024, nel respingere l’appello, si è espressa in materia di interdittiva antimafia e ha applicato il principio secondo cui, proprio quando dietro la singola realtà d’impresa vi è un nucleo familiare particolarmente compatto e coeso, è statisticamente più facile che coloro i quali sono apparentemente al di fuori delle singole realtà aziendali possano curarne (o continuare a curarne) la gestione o, comunque, interferire in quest’ultima facendo leva sui più stretti congiunti.

INTERDITTIVA ANTIMAFIA ED ESCLUSIONE DELL’ESCUSSIONE DELLA GARANZIA

INTERDITTIVA ANTIMAFIA ED ESCLUSIONE DELL’ESCUSSIONE DELLA GARANZIA

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 392 depositata in data 12 gennaio 2024, nel respingere l’appello, ha affermato che l’art. 103 d.lgs. n. 50/2016 (Codice dei contratti pubblici) impone che sussistano due condizioni al ricorrere delle quali la stazione appaltante è legittimata a riscuotere la cauzione definitiva: che vi sia un inadempimento contrattuale imputabile all’aggiudicatario e che risulti, allo stesso tempo, pregiudizievole per l’Amministrazione.

PERICOLO DI INFILTRAZIONE MAFIOSA ED INTERDITTIVA ANTIMAFIA

PERICOLO DI INFILTRAZIONE MAFIOSA ED INTERDITTIVA ANTIMAFIA

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 142 pubblicata il 4 gennaio 2024 ha ribadito che: “il pericolo di infiltrazione mafiosa deve essere valutato secondo un ragionamento induttivo, di tipo probabilistico, che non richiede di attingere un livello di certezza oltre ogni ragionevole dubbio, tipica dell’accertamento finalizzato ad affermare la responsabilità penale, e quindi fondato su prove, ma che implica una prognosi assistita da un attendibile grado di verosimiglianza, sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, sì da far ritenere ‘più probabile che non’, appunto, il pericolo di infiltrazione mafiosa (v., per tutte, Cons. Stato, sez. III, 30 gennaio 2019, n. 758; Cons. Stato, sez. III, 3 maggio 2016, n. 1743)”.

INTERDITTIVA ANTIMAFIA ED “INFLUENZA RECIPROCA” DI COMPORTAMENTI ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA

INTERDITTIVA ANTIMAFIA ED “INFLUENZA RECIPROCA” DI COMPORTAMENTI ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA

Con sentenza n. 9016 depositata il 17 ottobre 2023, la Terza Sezione del Consiglio di Stato ha affermato che i rapporti di parentela possono supportare la misura preventiva ma a condizione – come insegna la sentenza della Corte costituzionale n. 57 del 26 marzo 2020 – che assumano un’intensità tale da far ritenere una conduzione familiare e una “regia collettiva” dell’impresa, nel quadro di usuali metodi mafiosi fondati sulla regìa “clanica”.

AI FINI DELL’INTERDITTIVA ANTIMAFIA NON RILEVA CHE LA «GOVERNANCE» DELLA SOCIETA’ NON SIA STATA COLPITA DALL’INCHIESTA PENALE NE’ CHE SIA IMMUNE DA PRECEDENTI PENALI

AI FINI DELL’INTERDITTIVA ANTIMAFIA NON RILEVA CHE LA «GOVERNANCE» DELLA SOCIETA’ NON SIA STATA COLPITA DALL’INCHIESTA PENALE NE’ CHE SIA IMMUNE DA PRECEDENTI PENALI

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con sentenza n. 8771 del 21.09.2023 pubblicata il 09.10.2023 ha respinto l’appello e ha affermato che, in tema di interdittiva antimafia, risulta irrilevante che la governance della società non sia stata colpita dall’inchiesta penale, né che sia immune da precedenti penali: l’esperienza di decenni …

«TENTATIVI DI INFILTRAZIONE» DA PARTE DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA ED INTERDITTIVA ANTIMAFIA

«TENTATIVI DI INFILTRAZIONE» DA PARTE DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA ED INTERDITTIVA ANTIMAFIA

La vicenda trae origine dalla richiesta avanzata da parte della società (…) di riforma della sentenza emessa dal T.A.R. per la Campania che aveva confermato un’informativa prefettizia interdittiva emessa dall’UTG – Prefettura di Caserta nonché l’ordinanza del S.U.A.P. del Comune di (…) recanti entrambe la sospensione dell’attività svolta dal ricorrente e fondate sulla ipotizzata riconducibilità dell’impresa ricorrente al clan camorristico (…).