INTERDITTIVE “A CASCATA” E PROVA DEL RISCHIO DI INFILTRAZIONE MAFIOSA

INTERDITTIVE “A CASCATA” E PROVA DEL RISCHIO DI INFILTRAZIONE MAFIOSA

La Terza Sezione del Consiglio di Stato con la sentenza n. 2953 ha affrontato il problema dell’adozione da parte della Prefettura delle c.d. interdittive “a cascata” statuendo che il mero avvalimento – in senso atecnico – di un’impresa interdetta da parte di altra non direttamente gravata da sintomi di contiguità criminale, ai fini dell’esecuzione di una specifica lavorazione, tanto più se per conto di una P.A., non è sufficiente al fine di dimostrare – anche sul piano meramente indiziario – che la seconda sia esposta al rischio di condizionamento mafioso di cui la prima sia risultata portatrice.

Il ruolo delle interdittive antimafia e delle misure ex art. 32 d.l. 90/2014 nel sistema di prevenzione dell’infiltrazione criminale nell’economia legale

Il ruolo delle interdittive antimafia e delle misure ex art. 32 d.l. 90/2014 nel sistema di prevenzione dell’infiltrazione criminale nell’economia legale

L’inchiesta pubblicata l’8 luglio 2019 da La Stampa “Le mafie diversificano al Nord. Scoperte 2243 imprese colluse” di Matteo Indice e Giuseppe Salvaggiulo, rende bene l’idea, cifre alla mano, dell’evoluzione del fenomeno mafioso, della sua espansione territoriale in zone cosiddette “non tradizionali”, dell’infiltrazione della criminalità nell’economia legale e nel tessuto imprenditoriale del Paese.