RAPPORTO ECOMAFIA 2024 DI LEGAMBIENTE: IN ITALIA AUMENTANO I REATI AMBIENTALI CHE VALGONO 8,8 MILIARDI DI EURO

RAPPORTO ECOMAFIA 2024 DI LEGAMBIENTE: IN ITALIA AUMENTANO I REATI AMBIENTALI CHE VALGONO 8,8 MILIARDI DI EURO

Legambiente ha presentato l’11 luglio 2024 il nuovo Rapporto “Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia”, giunto alla sua trentesima edizione e che dal 1994 accende un faro su un fenomeno troppo spesso sottovalutato. Il contesto italiano relativo ai reati ambientali è in sostanziale peggioramento rispetto all’analisi fatta dall’Associazione ambientalista lo scorso anno.

RESPONSABILITA’ DEL PRESTANOME PER I REATI AMBIENTALI E IN TEMA DI SICUREZZA SUL LAVORO

RESPONSABILITA’ DEL PRESTANOME PER I REATI AMBIENTALI E IN TEMA DI SICUREZZA SUL LAVORO

La Terza Sezione della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 42236 depositata il 17.10.2023, dichiarando inammissibile il ricorso di una “amministratrice di diritto”, ha stabilito che non vi è l’obbligo di fornire una particolare motivazione per riconoscere la responsabilità dell’amministratore di diritto di una società nella commissione di reati ambientali e prevenzionistici a carattere colposo.

DECRETO GIUSTIZIA: SI ALLA FIDUCIA. STRETTA SUI REATI AMBIENTALI, GARE PUBBLICHE TRASPARENTI

DECRETO GIUSTIZIA: SI ALLA FIDUCIA. STRETTA SUI REATI AMBIENTALI, GARE PUBBLICHE TRASPARENTI

La Camera ha votato la fiducia posta dal Governo sul disegno di legge di conversione, con modificazioni, del d.l. n. 105/2023 recante “Disposizioni urgenti in materia di processo penale, di processo civile, di contrasto agli incendi boschivi, di recupero dalle tossicodipendenze, di salute e di cultura, nonché in materia di personale della magistratura e della pubblica amministrazione”.

INFORMATIVA INTERDITTIVA ANTIMAFIA: I REATI AMBIENTALI QUALI REATI SPIA DEL PERICOLO DI INFILTRAZIONE MAFIOSA NELL’IMPRESA

INFORMATIVA INTERDITTIVA ANTIMAFIA: I REATI AMBIENTALI QUALI REATI SPIA DEL PERICOLO DI INFILTRAZIONE MAFIOSA NELL’IMPRESA

Il Consiglio di Stato, con la sentenza n. 491 del 16.01.2023, ha accolto il ricorso proposto dal Ministero dell’Interno e ha affermato “che il delitto di cui all’art. 452-quaterdecies c.p. rientra tra i reati elencati dall’art. 51, comma 3 bis, c.p.p. – disposizione questa espressamente richiamata all’art. 84, comma 4, lett. a), D.L.vo 6 settembre 2011, n. 159, nell’ambito della tipizzazione delle ipotesi di c.d. delitti-spia – dei quali l’Autorità prefettizia è tenuta ad emettere la cautela antimafia, pur in assenza di un accertamento definitivo in sede penale e, quindi, anche ad uno stadio assolutamente preliminare quale quello delle indagini preliminari, coerentemente con la finalità marcatamente preventiva dell’istituto”.