La Sesta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30604 pubblicata il 25 luglio 2024, ha affrontato alcune questioni controverse in merito all’istituto dell’applicazione della pena nell’ambito del procedimento a carico degli enti ex d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231, affermando che l’accordo sulla pena concluso senza determinare l’importo della confisca sul profitto dell’illecito commesso dall’ente non può essere recepito dal giudice attraverso l’unilaterale determinazione della confisca, poiché l’accordo deve riguardare tutte le sanzioni conseguenti all’illecito, in tal modo evitando che l’ente – dopo aver concordato le sanzioni pecuniarie e interdittive – si veda esposto all’applicazione di una confisca avente connotati particolarmente afflittivi e in relazione alla quale non ha avuto alcuna possibilità concreta di interlocuzione.
REATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA DISTRATTIVA E OFFENSIVA REALE DELLA CONDOTTA
La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28941 pubblicata il 17 luglio 2024, ha stabilito che il reato di bancarotta fraudolenta prefallimentare deve configurarsi quale reato di pericolo concreto, in quanto l’atto di depauperamento, incidendo negativamente sulla consistenza del patrimonio sociale, deve essere idoneo a creare un pericolo per il soddisfacimento delle ragioni creditorie. Tale atto di depauperamento deve permanere fino al tempo che precede l’apertura della procedura fallimentare; ciò in ragione del fatto che, ai fini della prova del reato, il giudice non può basarsi esclusivamente sulla mera constatazione dell’esistenza dell’atto distrattivo in quanto tale, “ma deve valutare la qualità del distacco patrimoniale”.
REATO DI MILLANTATO CREDITO: CORTE DI CASSAZIONE, SEZIONI UNITE PENALI, INFORMAZIONE N. 2 DEL 29.02.2024
Con informazione provvisoria n. 02/2024 del 29 febbraio 2024 le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno risolto la questione relativa alla continuità normativa tra il reato di millantato credito di cui all’art. 346, comma 2, c.p. – abrogato dall’art. 1, comma 1, lett. s), l. 9 gennaio 2019, n. 3 – e il reato di traffico di influenze illecite di cui all’art. 346-bis c.p., come modificato dall’art. 1, comma 1, lett. t), della citata l. n. 3/2019.
IL REATO DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA IMPROPRIA DA REATO SOCIETARIO
La Quinta Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 3197 del 13 settembre 2023 depositata il 26 gennaio 2024 ha richiamato i principi elaborati dalla giurisprudenza di legittimità in sede di interpretazione del disposto dell’art. 223, comma 2, n. 1), l. fall. con particolare riferimento alla fattispecie di causazione o di aggravamento del dissesto, determinata dalla condotta illecita di cui all’art. 2621 c.c., in tema di false comunicazioni sociali.
CONFISCA DISPOSTA NEI CONFRONTI DELL’ENTE RESPONSABILE DI UN ILLECITO AMMINISTRATIVO DIPENDENTE DA REALTO E PRESCRIZIONE
La Prima Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 50729 del 20 ottobre 2023 (depositata il 19 dicembre 2023), ha annullato senza rinvio un’ordinanza della Corte d’Appello di Reggio Calabria ricordando che la confisca di cui all’art. 19 d.lgs. n. 231/2001, quale sanzione dell’illecito amministrativo dipendente dal reato, è certamente assoggettata al regime di prescrizione delineato dall’art. 22 dello stesso decreto. La giurisprudenza della medesima Corte ha già precisato infatti che tale termine riguarda tanto l’illecito, che non può più essere perseguito decorsi cinque anni dalla consumazione del reato presupposto, quanto la sanzione amministrativa definitivamente irrogata, che dovrà essere riscossa o altrimenti eseguita, a pena di estinzione, entro il termine di cinque anni dal passaggio in giudicato della sentenza pronunciata a carico della persona giuridica; fatti salvi, per la sanzione, gli effetti di eventuali cause interruttive rilevanti a norma del codice civile (Cass. pen., Sez. I, 5 maggio 2021, n. 31854).
AUTORICICLAGGIO: IL REIMPIEGO DELLE DISPONIBILITA’ DELLA FALLITA IN ALTRE ATTIVITA’ IMPRENDITORIALI
La Sezione Quinta Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 45285 del 03.10.2023 pubblicata il 09.11.2023 ha ribadito che, come affermato dalla giurisprudenza della medesima Corte, alla quale lo stesso Collegio ritiene di conformarsi, “sussiste concorso tra il reato di bancarotta per distrazione e quello di autoriciclaggio nel caso in cui alla condotta distrattiva di somme di denaro faccia seguito un’autonoma attività dissimulatoria
RICICLAGGIO: IL REATO SI PERFEZIONA QUANDO IL SOGGETTO OSTACOLA L’IDENTIFICAZIONE DELLA PROVENIENZA DEL BENE
La Sezione Prima della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 43503 dell’01.12.2022 depositata in data 26.10.2023 ha ribadito che “il reato di riciclaggio si consuma nel porre in essere operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza del bene, attraverso una attività che, con riferimento al caso dei veicoli, impedisce il collegamento degli stessi con il proprietario che ne è stato spogliato, in ciò distinguendosi dal delitto di ricettazione. Per la configurabilità del reato, inoltre, non è necessario che sia efficacemente ‘impedita’ la tracciabilità del percorso del bene provento di reato, ma è sufficiente anche che essa sia solo ‘ostacolata’” (cfr., in precedenza, Sez. 2 del 9 marzo 2015, n. 26208, Rv. 264369).
RESPONSABILITA’ DA REATO NEL SETTORE BANCARIO
Banca d’Italia ha pubblicato in data 13.07.2023 il Quaderno di Ricerca Giuridica n. 97, intitolato “Regole di settore, compliance e responsabilità da reato: l’applicazione del d.lgs. n. 231/2001 alle società bancarie”, …
COMMETTE IL REATO DI RICICLAGGIO CHI ACCETTA IL TRANSITO TRAMITE BONIFICO SUL PROPRIO CONTRO DEL DENARO PROVENIENTE DA FRODE INFORMATIVA PERPETRATA DA TERZI
La Sezione Seconda della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 29346 depositata il 06.07.2023 nel rigettare i ricorsi ha affermato che integra il delitto di riciclaggio la condotta di chi, senza aver concorso nel delitto presupposto, metta a disposizione il proprio conto corrente per ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro, da altri precedentemente ricavato quale profitto conseguito del reato di frode informatica, consentendone il trasferimento tramite bonifici bancari.
SUSSISTE IL REATO DI FALSE COMUNICAZIONI SOCIALI PER IL DEBITO IN BILANCIO SENZA GIUDICATO
La Sezione Seconda Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 27970 depositata in data 27.06.2023 nel rigettare il ricorso ha affermato che commette il reato di false comunicazioni sociali l’amministratore che annulla il debito tributario e rileva contestualmente una sopravvenienza attiva nonostante la vittoria in primo grado del giudizio tributario e lo sgravio da parte dell’Ufficio. Trattandosi, infatti, di una situazione temporanea e non definitiva occorre una valutazione prudenziale e corretta.
SEQUESTRO FINALIZZATO ALLA CONFISCA DEL DENARO COME PROFITTO O PREZZO DEL REATO
La Seconda Sezione della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 25275 del 23 febbraio 2023, depositata il 12 giugno 2023, ha ribadito il principio recentemente espresso dalle Sezioni Unite ossia che la confisca del denaro costituente profitto o prezzo del reato, comunque rinvenuto nel patrimonio dell’autore della condotta, e che rappresenti l’effettivo accrescimento patrimoniale monetario conseguito, va sempre qualificata come diretta, e non per equivalente, in considerazione della natura fungibile del bene, con la conseguenza che non è ostativa alla sua adozione l’allegazione o la prova dell’origine lecita della specifica somma di denaro oggetto di apprensione (Cass. pen., Sez. Un., 27 maggio 2021, n. 42415).