La Sezione Quarta Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 37223 pubblicata il 10 ottobre 2024, ha precisato e chiarito che è legittimo e non richiede una particolare motivazione il sequestro preventivo finalizzato alla confisca del denaro nella libera disponibilità del datore di lavoro che risponda in concorso per il reclutamento messo in atto da caporale.
SEQUESTRO PREVENTIVO: RISOLUZIONE N. 45 DEL 2 SETTEMBRE 2024 DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE SUGLI ADEMPIMENTI FISCALI DELL’AMMINISTRATORE GIUDIZIARIO
La Risoluzione n. 45 del 2 settembre 2024 dell’Agenzia delle Entrate si concentra sugli obblighi fiscali dell’amministratore giudiziario in caso di sequestro preventivo ai sensi dell’art. 321 c.p.p. e delle relative disposizioni attuative (artt. 92 e 104) ribadendo e ampliando i chiarimenti già forniti in precedenti documenti di prassi (in particolare con la Risoluzione n. 70/2020 e le Risposte n. 276 e n. 496, pubblicate rispettivamente il 21 aprile e il 21 luglio 2021), gli adempimenti dichiarativi e di versamento a cui è tenuto l’amministratore giudiziario durante la gestione dei beni sequestrati.
SEQUESTRO PREVENTIVO EX ART. 53 D.LGS. N, 231/2001 E PERICULUM IN MORA
La Sezione Quinta della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 14047 deposita il 5 aprile 2024, accogliendo il ricorso con rinvio, ha stabilito che, anche con riferimento alla disciplina sulla responsabilità degli enti, il decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca richiede una specifica motivazione in ordine alle ragioni per le quali i beni suscettibili di apprensione potrebbero, nelle more del giudizio, essere modificati, dispersi, deteriorati, utilizzati o alienati, tenendo conto della tipologia dei beni presenti nel patrimonio del destinatario della confisca, senza che, tuttavia, le esigenze cautelari possano essere desunte esclusivamente dall’incapienza del patrimonio rispetto al presumibile ammontare della confisca.
PROCEDURA FALLIMENTARE E RAPPORTO CON IL SEQUESTRO PREVENTIVO NEI REATI TRIBUTARI
La questione sottoposta al vaglio della Suprema Corte di Cassazione riguarda un’ordinanza emessa dal Tribunale cautelare di Santa Maria Capua Vetere che aveva respinto l’appello proposto dal curatore del fallimento della società (…) avverso l’ordinanza con la quale il Tribunale di Napoli Nord aveva respinto la richiesta di dissequestro della somma di denaro oggetto di sequestro in danno della società fallita nel procedimento penale nei confronti di (…), sequestro finalizzato alla confisca prevista dall’art. 12-bis d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74. Avverso tale decisione proponeva ricorso per Cassazione il curatore del fallimento.
ANNULLATO IL DECRETO DI SEQUESTRO PREVENTIVO DEL G.I.P , SE NEL PROVVEDIMENTO NON VI E’ RIFERIMENTO AL PERICULUM IN MORA
La Terza Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza numero 47202/2023, depositata il 24/11/2023 (udienza camerale 10/11/2023), pronunciandosi in sede cautelare reale su una fattispecie di omesso versamento delle ritenute certificate (art. 10-bis d.lgs. n.74/2000), ha ritenuto non adeguatamente motivato il decreto di sequestro preventivo del G.I.P. perché carente quanto alla motivazione sul requisito del periculum in mora.
LE SEZIONI UNITE PENALI SI PRONUNCIANO SUL SEQUESTRO PREVENTIVO DI REATI TRIBUTARI
Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 40797 depositata il 6 ottobre 2023, hanno risolto la seguente questione di diritto, rimessa in data 22 febbraio 2023 con ordinanza n. 7633 del 2023 dalla Terza Sezione Penale:
SEZIONI UNITE: L’AVVIO DELLA PROCEDURA FALLIMENTARE NON PRECLUDE IL PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO FINALIZZATO ALLA CONFISCA
Con informazione provvisoria del 22 giugno 2023, le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione hanno risolto la seguente questione di diritto: “se, in caso di fallimento dichiarato anteriormente alla adozione del provvedimento cautelare di sequestro preventivo, …
MISURE CAUTELARI – ESPRESSA MOTIVAZIONE SUL PERICULUM IN MORA NEL SEQUESTRO PREVENTIVO FINALIZZATO ALLA CONFISCA ANCHE OBBLIGATORIA
La Terza Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19325 del 17.01.2023 depositata l’08.05.2023 ha annullato l’ordinanza impugnata con rinvio stabilendo che il provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca obbligatoria ex art. 12-bis d.lgs. n. 74/2000 deve contenere la concisa motivazione anche del “periculum in mora”, da rapportare alle ragioni che rendono necessaria l’anticipazione dell’effetto ablativo rispetto alla definizione del giudizio, dovendosi escludere ogni automatismo decisorio che colleghi la pericolosità alla mera natura obbligatoria della confisca, in assenza di previsioni in senso contrario.
SEQUESTRO PREVENTIVO FINALIZZATO ALLA CONFISCA LEGGITTIMATO SOLO DALLA SUSSISTENZA DI UN PERICULUM IN MORA
La Terza Sezione della Suprema Corte con la sentenza n. 15457 del 17 gennaio 2023, depositata il 13 aprile 2023, nell’annullare l’ordinanza impugnata con rinvio ha affermato che la misura del sequestro preventivo finalizzato alla confisca è legittimata solo dalla sussistenza di un periculum in mora e non dalla mera confiscabilità del bene.
SEQUESTRO PREVENTIVO E LIMITI DI PIGNORABILITA’ DELLE SOMME
La Terza Sezione della Suprema Corte di Cassazione con la sentenza n. 14584 del 2 marzo 2023, depositata il 6 aprile 2023, ha ribadito il principio per cui l’art. 545 c.p.c. costituisce espressione di una regola generale che deve trovare applicazione anche con riferimento all’esecuzione derivante dal sequestro preventivo, in ragione della sua diretta discendenza da principi di ordine costituzionale, più volte correttamente posta in evidenza dalla stessa Corte di Cassazione nonché dalla Corte Costituzionale.
PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI IN CASO DI SEQUESTRO PREVENTIVO DELLE PARTECIPAZIONI E DEL COMPENDIO AZIENDALE
Con l’ordinanza n. 8383 pubblicata il 23.03.203 la Suprema Corte di Cassazione, Sezione Tributaria, ha enunciato il seguente principio di diritto: “In caso di sequestro preventivo – ai sensi degli artt. 321 cod. proc. pen. e 12-sexies d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv. con modif. dalla legge 7 agosto 1992, n. 356
RIMESSA ALLE SEZIONI UNITE LA QUESTIONE DEL SEQUESTRO PREVENTIVO IN MATERIA DI REATI TRIBUTARI E FALLIMENTO
La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite la seguente questione: “se, in caso di fallimento dichiarato anteriormente alla adozione del provvedimento cautelare di sequestro preventivo, emesso nel corso di un procedimento penale relativo alla commissione di reati tributari, avente ad oggetto beni attratti alla massa fallimentare, …
FALLIMENTO E SEQUESTRO PREVENTIVO: I BENI RICOMPRESI NELL’ATTIVO FALLIMENTARE POSSONO ESSERE OGGETTO DI SEQUESTRO PREVENTIVO
Con la sentenza n. 5255, depositata il 07.02.2023, la Sezione III della Suprema Corte ha ritenuto non fondato il ricorso proposto avverso una ordinanza di rigetto emessa dal Tribunale di Trani di una richiesta di riesame proposta da un curatore fallimentare avverso il decreto di sequestro preventivo con cui era stata applicata, a carico di due società, la predetta misura cautelare, finalizzata alla confisca diretta, per l’importo corrispondente al profitto del reato di omesso versamento di ritenute (art. 10 d.lgs. n. 74/2000).